\paperw9000 \margr0\margl0 \plain \fs20 \f1 \fs24 Il fisico e filosofo della natura Galileo Galilei, nato a Pisa nel 1564 e morto ad Arcetri nel 1642, pu≥ essere considerato uno
dei pi∙ grandi scienziati di tutti i tempi.\par
Figlio maggiore di Vincenzo, musicista e teorico della musica e di Giulia Ammannati, trascorse la sua infanzia tra Pisa e Firenze (dal 1574). Il 5 settembre 1580 (1581 secondo il calendario pisano) fu imma
tricolato fra gli ôscolari artistiö allÆateneo pisano. Abbandonata nel 1585 lÆuniversitα, senza conseguire alcun titolo, Galilei sotto la guida di Ostilio Ricci, membro dellÆAccademia fiorentina del Disegno, intraprese la lettura di Euclide e Archimede.
Ben presto progred∞ a tal punto negli studi da essere in grado a sua volta di tenere lezioni private ad alcuni allievi a Firenze e a Siena. Risalgono a questo periodo i suoi primi scritti: i frammenti \i Theoremata circa centrum gravitatis solidorum\i0 ,
sulla determinazione dei baricentri; il breve trattato \i La Bilancetta\i0 (1586), progetto di una bilancia idrostatica per la determinazione della densitα dei corpi che testimonia i suoi primi interessi nelle scienze applicate; e le due lezioni di ese
gesi dantesca \i Circa la figura, sito e grandezza dellÆInferno\i0 (1588), tenute allÆAccademia del Disegno. Del 1587 Φ lÆincontro, a Roma, con Cristoforo Clavio e con lÆambiente del Collegio Romano, la cui influenza su Galilei Φ documentata dai suoi ta
ccuini, pubblicati in parte nel 19░ secolo con il titolo di \i Iuvenilia\i0 e, relativamente ad alcuni testi di logica (\i Tractatio de praecognitionibus et praecognitis, Tractatio de demonstratione\i0 ), solo nel 1988. Lo stesso anno, lÆastronomo Giova
nni Antonio Magini gli fu preferito sulla cattedra di matematica dellÆuniversitα di Bologna. Due anni dopo, nel 1589, gli venne assegnata la cattedra di matematica a Pisa. LÆimmagine corrente di un Galilei pratico e deciso sperimentatore si deve in gran
parte al suo primo biografo, V. Viviani. QuestÆultimo afferm≥ che Galilei era salito sulla torre pendente di Pisa tra il 1589 e il 1592, e ôcon lÆintervento delli altri lettori e filosofi e di tutta la scolarescaö, aveva confutato Aristotele dimostrando
che i corpi cadono alla stessa velocitα indipendentemente dal loro peso. Nel trattato \i De Motu\i0 , scritto intorno al 1591, Galilei pur facendo frequente riferimento alle torri, non afferma tuttavia che tutti i corpi cadono alla stessa velocitα ma, pi
uttosto, che la loro velocitα Φ proporzionale alla differenza tra le loro densitα e la densitα del mezzo attraverso il quale cadono. In altre parole, era giunto allora alla erronea conclusione secondo la quale corpi di dimensione diversa ma dello stesso
materiale cadono alla stessa velocitα, mentre corpi della stessa dimensione ma di diverso materiale non cadono alla stessa velocitα.
